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Una piccola grande impresa (agricola)

Michele Vivan da 15 anni coltiva mele in un’area che per tradizione è sempre stata votata alla viticoltura. Dieci ettari di frutteto che negli anni, tra tanto sudore e fatica, hanno comunque dato le loro soddisfazioni

Nel luogo in cui crescono le radici della viticoltura italiana, tra le Alpi e il mare, tra il fiume Tagliamento e il torrente Meduna, nel Friuli delle grandi case vinicole, c’è anche chi – anche un po’ controcorrente – da 15 anni si dedica intensamente alla coltivazione di frutta. Di mele, in particolare. Michele Vivan, 38 anni, usa parole decise come il suo carattere: “Questa parte del Friuli è un grande territorio agricolo e nascere contadini non è poi così difficile. Ma noi siamo come una mosca bianca: ci sono tanti vigneti, ma di frutteti se ne vedono veramente pochi”.

E allora, Michele, che cosa ti ha spinto a intraprendere questa strada?

Per certi versi, il caso. Nel 2000 mio padre ed io abbiamo rilevato 10 ettari di terra che erano proprio coltivati a frutta e che abbiamo interamente rinnovato in questi 15 anni. Lui aveva una grande passione per la terra, io una semplice predilezione per il frutteto: nessun albero è uguale all’altro; la loro crescita è complessa, bisogna studiare e prepararsi anni prima a quello che succederà domani. Basti pensare al lavoro che dobbiamo fare sulle gemme per far poi nascere i frutti. È decisamente un lavoro più stimolante e questa è stata la nostra grande sfida.

E come è andata in questi anni?

Per noi è stata una vera rivoluzione, dato che non avevamo esperienza tecnica e conoscenze al riguardo. Qui siamo grandi esperti di vino: è nel nostro Dna, sappiamo come farlo e soprattutto come farlo bene, ma di frutta se ne parla molto poco, non siamo in Trentino o in Romagna. Per fortuna abbiamo avuto il sostegno di Granfrutta Zani e del loro tecnico, che ci segue da molti anni. L’agricoltura è bella perché ha infinite potenzialità, ma allo stesso tempo le difficoltà e gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo.

Non è tutto rose e fiori, vero?

La vita in campagna non è come molti se la immaginano: si fatica duramente e soprattutto i primi anni non sono stati semplici. Poi sono iniziate ad arrivare le soddisfazioni e piano piano ci siamo abituati anche alla fatica. Ma bisogna essere sempre attenti e al passo con i tempi: è necessario aggiornarsi sui nuovi prodotti per la cura delle piante, sulle nuove varietà per essere sempre competitivi. E bisogna investire tempo e denaro anche quando vorresti farne a meno. Non ci si ferma mai, in poche parole servirebbero giornate di 48 ore per fare tutto.

Concludendo, che cosa serve secondo te per far crescere un buon prodotto?

Bisogna amare e rispettare la natura, non pretendere più di quello che ci può offrire. Non ci si accontenta mai, si cerca sempre di fare di più, ma dobbiamo imparare, o ritornare forse, ad assecondare la terra. Noi abbiamo ottimi prodotti di cui siamo soddisfatti: non solo le Pink Lady, ma anche delle varietà di mele molto resistenti che secondo me rappresentano il futuro: hanno prezzi molto accessibili e subiscono meno trattamenti rispetto ad altre varietà, caratteristiche queste che vanno tutte a vantaggio del consumatore. Dobbiamo solo spingerle e farle conoscere di più ai consumatori, perché sono prodotti veramente ottimi.

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